lunedì, aprile 03, 2006

Pubblico impiego:precari in costante crescita

Le cause sono i tagli agli enti locali e il blocco delle assunzioni

Non c’è la legge 30, eppure i livelli di precarietà nel pubblico impiego sono decisamente elevati. Secondo i dati della ragioneria dello stato,la crescita del precariato negli enti pubblici galoppa con una percentuale di crescita che supera il 30% e che con il blocco delle assunzioni, si può parlare di oltre mezzo milione di precari in tutti i settori del Pubblico impiego, partendo dagli enti locali alla sanità fino ai dipartimenti centrali e ministeri.
In questa finanziaria il Governo ha stabilito che il livello di spesa per il rinnovo di questi rapporti di lavoro dev’essere ridotta dell’1% rispetto a quella del 2004. Una vera mannaia, se se solo si considera che molti di questi “precari” lavorano ormai all’interno degli enti locali da diversi anni con diverse forme contrattuali.
Purtroppo tutto parte da lontano, con l’approvazione del pacchetto Treu e il suo improprio utilizzo, che avrebbe dovuto dare risposte ad esigenze di flessibilità che venivano richieste da lavori temporanei. Il taglio delle risorse di oltre il 16% agli Enti Locali nell’ultimo triennio, insieme al blocco delle assunzioni, ha prodotto il ricorso massiccio e indiscriminato delle più varie forme di contratto precario.
All’interno dei servizi essenziali, questo ha portato non solo alla precarizzazione del lavoro, ma anche alla precarizzazione del servizio offerto alla collettività.
In Italia si contano, nel pubblico impiego, circa 500.000 lavoratori precari. Per la maggior parte, si tratta: a) di contratti di collaborazione che vengono rinnovati in media ogni anno; b) contratti a tempo determinato che vengono rinnovati in media ogni sei mesi.
L’esternalizzazione dei servizi, la creazione di società miste o a intero capitale pubblico, sta diventando negli enti locali, un diffuso e preoccupante fenomeno per cui si rischia che all’interno dello stesse ente si trovino dipendenti che offrono un servizio precario con contratto di lavoro e diritti diversi. Tutte le forme di esternalizzazione, che non sono nate con questo governo,negli ultimi anni hanno visto un’accelerazione causata dal taglio del finanziamento agli enti locali e una situazione peggiorativa per l’incapacità di questo governo di rispondere con adeguate politiche.
Il risultato e che si rischia di offrire ai cittadini servizi di minore qualità, chiaramente non perché i lavoratori siano meno bravi, ma per il fatto che operano in condizioni minori.
Oggi la precarietà nel pubblico impiego è diventata la regola e i compensi percepiti dalle lavoratrici e lavoratori sono modesti e al limite della soglia della decenza e della povertà.
Negli ultimi cinque anni le condizioni di vita dei lavoratori in Italia sono peggiorate, il vento delle proteste della Francia sta per oltrepassare le Alpi, cavalcare i mari e arrivare in Italia; guai al governo Nazionale e Regionale se non mettessero come priorità al centro dei loro programmi la lotta al precariato.