venerdì, agosto 25, 2006

Manovra, i sindacati: «No al blocco dei contratti pubblici» Tagli alla sanità, rinnovi dei contratti congelati, assunzioni bloccate, pensionamenti rinviati e gli sgravi del cuneo fiscale che rischiano nuove sperequazioni in busta paga. I sindacati cominciano a avere i nervi scoperti prima ancora della presentazione della manovra sui conti. Le indiscrezioni non promettono niente di buono. Anche oggi il viceministro all’economia Roberto Pinza ha parlato della necessità di un «dimagrimento nel pubblico impiego» e di tagli alla sanità. Domenica il sottosegretario all’economia Mario è tornato a parlare di interventi sulle pensioni in una intervista sul Sole24ore, anche se solo per graduare il cosiddetto “scalone”. I sindacati si mettono sul “chi-vive” perchè temono una riduzione del coefficiente di calcolo per l’età e i contributi. Ma a agitarli è soprattutto il ventilato blocco dei contratti dei dipendenti pubblici. Sulla questione è oggi anche il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani a mettere uno stop, dopo che già il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha definito l’ipotesi «una follia». Per Bonanni sarebbe casomai da affrontare nel pubblico impiego, la sistemazione «di quei 300mila precari il cui futuro è nebuloso».Intervistato lunedì da Radio 24 il leader della Cisl dice che nel pubblico impiego c'è un'irritazione molto forte perché i lavoratori hanno già subito storie di slittamenti ingiustificati dei loro contratti. E poi «non c'è giorno in cui non si annuncino tagli nel pubblico impiego. Noi non ci stiamo – avverte - prima si arriva a una discussione e meglio è».Ma anche per la più paziente Cgil, i tagli devono essere selettivi, «non si possono bloccare i contratti pubblici e, sulla previdenza non si può far cassa come abbiamo sempre detto con qualsiasi governo». È la posizione del segretario nazionale Guglielmo Epifani. «È ragionevole e giusto che il governo voglia sistemare i conti pubblici -ha spiegato Epifani- conti che sono sfasciati perché il governo passato lascia una eredità pesante, però non si può intervenire prevalentemente con i tagli» e soprattutto ha spiegato il leader sindacale, questi tagli non devono incidere su lavoratori e pensionati. «Bisogna intervenire per lo sviluppo con una doverosa politica delle entrate che faccia pagare di più le rendite delle grandi ricchezze».Epifani ha ricordato l'impegno di un incontro tra governo e sindacati nei prossimi giorni in cui si discuterà anche del Documento di programmazione economica e della legge finanziaria. «La situazione, lo sappiamo, è pesante, il sindacato non si è mai tirato indietro però bisogna anche comprendere che quella parte del paese che in questi anni è andata indietro, non può essere chiamata a pagare. Bisogna che paghi la parte del Paese che in questi anni si è arricchita».Il leader della Uil Luigi Angeletti è il più barricadero. Già la settimana scorsa a La Stampa aveva ipotizzato uno sciopero contro il governo di centrosinistra in caso la manovra sul cuneo fiscale non accompagnasse quella sul riassesto dei conti. «Lo sciopero? Mica è stato abolito», era stata la sua notazione. E anche Bonanni avverte che tendenzialmente la Cisl si tiene con «le mani libere» di fronte agli annunci del governo. Anche perché, a suo giudizio, l’avvio della concertazione a Plazzo Chigi è stato molto deludente. E anche all’interno della maggioranza ci sono dei malumori. Rifondazione vorrebbe «spalmare in due anni e mezzo e in tre stadi», manovrina e Finanziarie 2007 e 2008, le misure per rientrare dal deficit, ma a partire con l'indicazione immediata nella manovrina di una prevalenza del lato delle entrate (con la lotta all'evasione fiscale) rispetto a quello dei tagli.«L'obiezione che ci viene fatta - spiega il ministro Ferrero - è che in Finanziaria non sono quantificabili i proventi della lotta all'evasione fiscale. Per questo chiediamo che si cominci subito a indicarne la necessità, perché prima si comincia e più la lotta sarà efficace». Sul fronte delle entrate Rifondazione propone poi misure di riequilibrio della tassazione a carico delle grandi rendite finanziarie e immobiliari, la non entrata in vigore del secondo modulo della riforma fiscale di Tremonti e una reintroduzione della tassa di successione per i grandi patrimoni. Da parte della Confindustria anche lunedì Luca Cordero di Montezemolo ricorda che la manovra è ineluttabile. E il governo avverte che si tratterà di una manovra «consistente», anche se cifre ufficiali ancora non se ne fanno. «Nei limiti del possibile –precisato alla radio il viceministro Roberto Pinza- ci saranno interventi per rilanciare l'economia». E assicura che il confronto con i sindacati si farà «più stringente». Quanto all'andamento della spesa sanitaria Pinza infine ha sottolineato che sono in atto colloqui su questo tema con le Regioni. In particolare giovedì è prevista una conferenza unificata «per vedere cosa si può fare».

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