giovedì, ottobre 25, 2007

IO PRECARIO

Storie di sardi precari alla manifestazione di Roma
Hanno viaggiato per centinaia di chilometri in pullman e una notte in nave, gli oltre duemila sardi che ieri hanno partecipato alla manifestazione contro il precariato. Ecco la stroria dei sardi che hanno partecipato alla manifestzione sul welfare e contro il lavoro precario.

Da RomaLucio SalisAd attenderli, nel porto di Civitavecchia, hanno trovato il segretario generale di Rifondazione comunista Franco Giordano e il capogruppo alla Camera dei deputati Gennaro Migliore. «E' un fatto straordinario - dice Giordano - che migliaia di sardi siano venuti a Roma per sollecitare un salto di qualità nella politica economica del Governo. Devo confessare che mi hanno commosso». E Migliore ha aggiunto: «Mi hanno provocato un'emozione che non dimenticherò mai». Dietro la mobilitazione di quei sardi (guidati dal deputato Luigi Cogodi e dal consigliere regionale Luciano Uras) ci sono autentici drammi del lavoro, storie di precarietà, che ognuno di loro ha portato, come testimonianza, alla manifestazione. DA BORORE. Carlo Gosamo, 34 anni, di Borore ha illustrato la situazione dei 1200 cassintegrati della Legler dal palco di piazza san Giovanni. «In una regione spopolata e senza alternative come la Sardegna - ha detto - perdere 1200 posti di lavoro è come chiudere la Fiat in Piemonte. Con in più l'amarezza di vivere da soli il nostro dramma, perché dal punto di vista mediatico non esistiamo». Prima di approdare alla Legler, Gosamo aveva avuto un'esperienza di lavoro, di due mesi, in una delle tante industrie truffa di Ottana. Oggi attenua l'amarezza della cassa integrazione suonando nel gruppo rap "Balentia", di Mogoro. DA CAGLIARI. Ma la precarietà non riguarda solo i più giovani. Sulenna Tronci, operatrice socio sanitaria, è una signora che è stata licenziata dopo 18 anni di lavoro, dalla Casa di cura Lay, di Cagliari. Con lei, altre 97 persone, alcune con trent'anni di anzianità. «Improvvisamente, anche la mia vita è diventata precaria, Ho dovuto fare i conti per arrivare alla fine del mese, temere di non poter pagare il mutuo. E spiegare a mia figlia che le cose erano cambiate. Ma lei, fortunatamente, ha capito». Carlo, 37 anni, geometra, fidanzato, vorrebbe sposarsi ma non può «nessuna banca concede un mutuo a un precario». Dal 2000, infatti, lavora come precario al Comune di Cagliari. Ha già avuto cinque contratti l'ultimo, di 5 mesi, per la pulizia della spiaggia del Poetto. «Ma ho colleghi che sono precari da vent'anni». Quella del lavoratore saltuario è una condizione esistenziale diffusissima. E la legge Biagi sembra averla consacrata. Aziende ed enti pubblici ormai assumono raramente a tempo indeterminato. Mauro Atzei, 41 anni, perito industriale, di Cagliari, è sposato e ha una figlia. Da 14 anni lavora al Comune, dove ha collezionato già 14 contratti di circa 7 - 8 mesi ciascuno. Ha perfino fondato un'associazione: Io precario. «Siamo in 600». Obiettivo: studiare soluzioni per stabilizzare i posti di lavoro «ma le ultime norme approvate dal Governo peggiorano la situazione». DA NUORO. Da Cagliari a Nuoro, la musica è sempre la stessa. Marco Alberto Soru, 32 anni, di Orani, diplomato all'istituto professionale agrario, nel 2002 è stato assunto all'Ispettorato forestale, nel settore antincendi. Durata del rapporto di lavoro: un anno. Successivamente, è passato, come operaio, all'Ente foreste: «Vengo regolarmente assunto il primo maggio e licenziato il 31 ottobre. Come me tanti altri. C'è chi lavora da precario anche da venticinque anni. E alcuni vanno persino in pensione senza mai avere avuto un posto di lavoro definitivo». Possibilità di essere stabilizzato? «Solo a parole, ce lo hanno promesso tante volte, ma andiamo sempre incontro a una nuova delusione. Ora ci hanno detto che il problema sarà risolto nel 2008. Chissà».

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